TESTO TRATTO DA WWW.LORENZOCATTANI.COM,
DOVE TROVERETE TANTISSIMI SCATTI ALLEGATI ( https://lorenzocattani.com/2018/11/03/come-laraba-fenice/).
Inizio della fine
Siamo al 19 marzo 2015: il Parma Calcio, squadra dalla
storia centenaria, è ufficialmente fallita.
L’inizio della fine è datato 18 maggio 2014, quando,
sul campo, viene conquistato l’accesso al terzo turno preliminare di Europa League,
chiudendo il campionato di serie A al sesto posto, davanti al Torino. In questa
calda serata di fine maggio, la situazione vede il Toro al sesto posto
provvisorio in classifica a 56 punti, mentre la formazione ducale è settima a
55, dopo che nella seconda metà del girone di ritorno le due formazioni si sono
date battaglia con sorpassi e contro sorpassi. I gialloblu devono affrontare al
Tardini il Livorno già retrocesso, mentre i granata se la devono vedere al
Franchi con la Fiorentina, già in Europa. Non siamo padroni del nostro destino:
dobbiamo vincere e sperare che il Torino non faccia altrettanto! Oppure, in
virtù del vantaggio negli scontri diretti, in caso di sconfitta del Toro,
potrebbe essere sufficiente un pareggio. Tutto ciò assumerà, pochi anni dopo,
un sapore di già vissuto!
Il Parma vince, non proprio in scioltezza, per 2-0,
dopo che Amauri al 62′ la sblocca e poi raddoppia all’80’. Il Torino fino
all’83’ sta soccombendo per 2-1: per la qualificazione sembra fatta. Però, in
un finale di gara thrilling, prima raggiunge il pari all’84’ con Kurtić,
poi, a tempo già scaduto, quando a Parma la gara è terminata e tutti sono in
trepidante attesa del fischio finale di Firenze, ottiene il rigore della
possibile qualificazione. Sul dischetto va Cerci, ma il portiere viola intuisce
e para!
Al Tardini scoppia la festa! Il parma, dopo 9 anni
dalla sua ultima comparsa in Coppa UEFA (2006-2007), è nuovamente in Europa! Il
tutto nell’anno del Centenario di fondazione del club: incredibile ma vero,
sembra tutto perfetto e bellissimo!!!
Però… come spesso accade, c’è un però. La
qualificazione europea sfuma: dopo qualche giorno si viene a conoscenza che il
club non è in regola con alcuni pagamenti IRPEF e gli viene negata la licenza
UEFA. Si tratta del primo tassello di una serie di gravi problemi
finanziari che si protrarranno per tutta la stagione successiva, segnata da
continui cambi di presidenza e proprietà, fumo negli occhi di tutti, prese in
giro e negazione della più solare evidenza. Sembra di essere piombati in un
terrificante incubo. Il risveglio finalmente avviene, ma è tramite una mazzata
in faccia: dopo il fallimento della società, le trattative pseudo-reali con
alcuni compratori italiani e stranieri, le aste fallimentari andate deserte a
causa degli altissimi debiti di cui si dovrebbe fare carico la nuova proprietà,
il Parma Calcio sparisce dagli elenchi federali… non esiste più!
La rinascita
e il nuovo inizio
Siamo così arrivati al 27 luglio 2015: una nuova
società sportiva dilettantistica, la S.S.D. Parma Calcio 1913, vede
i natali, affiliandosi alla FIGC, che la ammette in sovrannumero in Serie
D. Calcisticamente parlando, la città di Parma ha nuovamente una squadra che la
rappresenta. Il nuovo club è posseduto da due società: Nuovo
Inizio srl, composta da 7 imprenditori locali, che ne controlla la
maggioranza, e da Parma Partecipazioni Calcistiche, formata da
tutti quei tifosi che vogliono prendere parte alla storia della squadra.
L’unico giocatore tesserato è Alessandro Lucarelli, il Capitano! Profetiche
saranno le sue parole: “Sono morto con il Parma, rinascerò con il Parma!”
l
3 agosto 2015, a Collecchio, primo giorno di ritiro precampionato, sotto la
guida del nuovo mister Gigi Apolloni, bandiera del Parma più bello ed amato, e
davanti agli occhi del presidente Nevio Scala, il numero di tesserati è 10!
Il giorno 6 settembre 2015 siamo ad Arzignano, dove
parte un nuovo, strano, stimolante ed indimenticabile campionato. La partita
finisce 1-0 per il nuovo Parma, grazie ad un generoso rigore concesso nei
minuti finali e realizzato da Musetti, ed un gol-non-gol (forse più gol che no)
non dato ai nostri avversari sullo 0-0. La stagione che si è appena aperta ci
proietta in un mondo calcistico vero e genuino, molto più a misura d’uomo, dove
i giocatori non sono quei mostri sacri, intoccabili ed irraggiungibili, dei
campioni di serie A, ma persone più umili e disponibili, trascinate e, a volte,
quasi spaesate per tanto entusiasmo e tifo. In questo contesto, come
dimenticare l’invasione di Brescello degli oltre 3000 supporters gialloblù per
il derby col Lentigione (sì, il Lentigione, non la Roma, il Milan o la Juve, ma
il vicino paese d’Oltrenza), costretto a disputare la gara a Brescello, viste
le piccole dimensioni del proprio stadio di casa?
ome dimenticare
il viaggio di questa trasferta fatto da alcune centinaia di tifosi in sella a
Vespe, scooter o biciclette, con tappa per il “terzo tempo” in un bar di
Sorbolo, in cui alcuni giocatori si sono messi dietro il bancone e si sono
improvvisati barman? Come dimenticare la festa di un Parma Club in cui i
giocatori stessi si sono messi a tagliare ed impiattare la torta, servendo
piatti e calici di spumante ai tifosi presenti?
Ancora, le
trasferte su campi più simili a coltivazioni di patate che a impianti da calcio;
le strutture improvvisate per l’occasione, come la tribuna stampa e tribuna
v.i.p. in tubi innocenti (con tanto di cartellone pubblicitario dell’impresa
che l’ha montata) in quel di San Mauro Pascoli, campo divenuto famoso per il
cerchio di centrocampo non in centro e non in cerchio?
E
che dire del pallone finito in laguna nella trasferta di Chioggia? O della
sfilata di trattori nell’intervallo della partita a Borgo San Lorenzo? In
questi contesti non c’è da stupirsi nel vedere i nostri giocatori
impossibilitati a scendere in campo per infortuni o squalifiche, mescolati in
mezzo ai tifosi ad esultare o a lanciare cori.
Nel
giro di pochi mesi si è passati da stadi ultramoderni ad impianti di paese
piccoli, vecchi ed incompleti, quasi parrocchiali, ma il tifo, la fede
calcistica e l’orgoglio crociato sono rimasti sempre quelli, assolutamente
invariati. Anzi, per certi versi si sono rafforzati, rinsaldando i legami tra
tifoseria e squadra. Basti pensare ai più di 10.000 abbonati, che uniti
all’organizzazione a livello professionistico del club ducale, con un centro
sportivo e uno stadio da serie A, hanno riempito l’annata di dolci contrasti!
Salvo
rarissime occasioni, tutte le trasferte sono state feste di paese per
celebrare l’invasione dei tifosi ospiti; mentre per noi sostenitori crociati,
l’occasione per la classica gita fuori porta domenicale.
Nell’arco
del campionato ci sono molti alti e pochi bassi, con le squadre avversarie che
contro di noi giocano alla morte; ma dopo una sola stagione tra i dilettanti,
il 17 aprile 2016, con la vittoria casalinga per 2-1 sul Delta Rovigo, i
ducali festeggiano il ritorno tra i professionisti, al termine di un’annata da
record sia per seguito di tifosi che per punti fatti.
Chiudendo
l’intero campionato senza sconfitte, il Parma raggiunge il primato stagionale
dell’unica squadra imbattuta nelle prime quattro serie italiane.
Indimenticabile è “l’invasione di curva” dei giocatori
crociati, che nella festa finale, aprono i cancelli ed entrano nel cuore del
tifo organizzato, lanciando cori e sventolando bandiere! La rivisitazione, in
chiave gialloblu, della classica “invasione di campo”!!
In
seguito, come da tradizione, squadra e tifosi si ritrovano in piazza all’ombra
di Garibaldi per continuare i meritati festeggiamenti! Un nuovo e dolcissimo
capitolo è stato appena scritto!!