Lorenzo, Socio PPC che vive in Argentina, ci ha inviato questo bellissimo testo e noi lo pubblichiamo volentieri.
“Ti
ho visto l’altro giorno per strada, eri sovrappensiero”. Così mi salutano
spesso gli amici a Buenos Aires, dopo avermi beccato tempo prima a sgattaiolare
a piedi, velocissimo, tra i lunghi viali della metropoli. “Probabilmente stavo
pensando al Parma”. Più che una battuta, la mia risposta è ogni volta una
sincera ammissione. Abitare in Argentina da 30 anni non mi ha mai fatto sentire
lontano dalla mia squadra, ne ha anzi rinforzato il senso di
appartenenza.
Tra
impegni lavorativi, trovo sempre il tempo di fermarmi ad immaginare come andrà
la nostra prossima partita, visualizzandola fantasiosamente sui finestrini
dell’autobus a Plaza de Mayo, oppure, nei momenti di attesa
all’Università, proiettando la formazione titolare crociata sulle mattonelle
intorno. Appena trovo la possibilità, Parma appare pure nelle mie lezioni di
Semiologia, mentre spiego significato e significante, o sintagma e sistema; per
poi notare con sottile orgoglio gli alunni che scrivono sui loro quaderni il
mio esempio, utilizzandolo talvolta anche nei loro compiti scritti.
Tornare al
Tardini è quindi per me una sorta di sintesi dei pensieri e delle speranze che
accumulo durante il resto dell’anno. Oltre a ritrovare amici carissimi e
riprovare sapori unici che solo Parma può offrire, i novanta minuti in Curva
Nord sono un concentrato di tutte quelle emozioni che inizio a pensare, oserei
dire bramare, già tempo prima, dopo il mio consueto rientro in Sudamerica per
l’inizio degli impegni accademici.
Quest’anno
il dio del calcio ha voluto che scegliessi proprio Parma per le partite contro
Monza e Bologna, facendomi vivere una doppietta unica: è la prima volta infatti
che riesco ad assistere a due vittorie di fila in casa. Ne ho viste molte anche
in D, in C e in B, ma un dittico tale non mi era ancora capitato. Il Tardini
quest’anno, ha inoltre rappresentato per me l’inizio e il concludersi del mio
viaggio in Italia, dal rigore di Hernani e le feste di fine anno, a quello di
Bonny, più contropiede firmato Man-Sohm, per farmi rientrare in Argentina con
la rinnovata speranza di una salvezza da conquistare. A un primo tempo colmo
della abituale tensione è seguito un secondo tempo più organico, di mestiere,
con maggiore compattezza e consapevolezza nelle nostre capacità. Adesso è il
tempo degli esami, sia per i crociati che saranno alle prese con l’ultimo terzo
di stagione, sia per me, che scrivo queste parole mentre mi trovo sul volo
intercontinentale e già domani mi
aspettano in sede a correggere le prime esposizioni orali. Mi vedranno
contento, perché ho visto vincere il Parma.
Lorenzo